٦٢

Dunque prosternatevi davanti ad Allah e adorate 1 ! 2 «Il vostro compagno»: Allah (gloria a Lui l’Altissimo) si rivolge ai meccani e parla del Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui). 3 «un fortissimo»: l’arcangelo Gabriele (pace su di lui). 4 Il pronome si riferisce a Gabriele (pace su di lui). Il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) lo vide due volte, nel corso della prima rivelazione e poi (vedi vers. durante la sua Ascensione al cielo (vedi anche nota introduttiva alla sura XVII). 5 «s’avvicinò scendendo ancora più in basso»: trad. incerta, anche: s’avvicinò e rimase sospeso. 6 «Loto del limite»: l’albero paradisiaco che, secondo la tradizione, si trova nel settimo cielo alla destra del Trono divino. Rappresenta il limite estremo insuperabile dall’uomo nel suo avvicinamento al suo Signore. 7 «il Giardino di Ma’wa»: la dimora paradisiaca. 8 «era coperto da quel che lo copriva»: una luce emanante dal Trono di Allah (gloria a Lui l’Altissimo) secondo Tabari (XXVII) oppure una fioritura miracolosa, o ancora una folla di cherubini posati sui suoi rami; Allah ne sa di più. 9 La tradizione riferisce che un giorno l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) stava assolvendo all’orazione nei pressi della Ka‘ba, recitando ad alta voce questa sura, quando Satana si insinuò nella mente dei politeisti che stavano ad ascoltarlo facendo sì che credessero di sentire un riconoscimento della divinità di queste tre «dee» che suonava pressappoco in questi termini: «Sono le dee altovolanti, la loro intercessione è auspicabile». L’artificio diabolico coincise con la fine della recitazione da parte di Muhammad, il quale si inchinò e poi si prosternò nel «sujùd», imitato immediatamente dai politeisti lieti di questo riconoscimento alle loro divinità tribali. Il fatto suscitò un grande scalpore e fu riferito a Muhammad (pace e benedizioni su di lui) che ne era del tutto ignaro e che ristabilì immediatamente la correttezza della Rivelazione (vedi anche nota a XXII, 52). 10 Vedi la nota a XVI, 11 I verss. 26-rispondono alla domanda formulata nei verss. 19-e, con chiarezza, respingono qualsiasi possibilità di intercessione al di fuori della volontà di Allah (gloria a Lui l’Altissimo). 12 A proposito dei peccati che la dottrina islamica considera gravi, vedi nota a IV, 13 «Non vantatevi…»: l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: «Allah Altissimo mi ha rivelato che dovete essere modesti affinché l’uno non opprima con insolenza l’altro, né vanti superiorità su di lui. Lo ha trasmesso Muslim (Il Giardino dei Devoti, cit.). 14 Secondo l’esegesi classica (Tabarì XXVII, questo versetto si riferisce in particolare ad un notabile meccano, al Walìd ibn ul Mughìra che si era convertito all’IsIàm e che poi rinnegò la fede su pressioni dei suoi contribuii pagani. Uno di questi, di fronte ai suoi timori in merito all’apostasia, gli propose uno strano commercio: «Pagami – gli disse – e io ti garantisco che se nell’Aldilà dovessi essere condannato, io mi assumerò il castigo che ti spetterebbe». Dopo di ciò, siccome «il diavolo fa le pentole ma non i coperchi», il furbacchione continuò ad avanzare richieste e al Walìd pretese che fosse stipulato un regolare contratto scritto. Miseria della miscredenza! 15 I fogli di Mosè sono certamente gli scritti contenuti nella Toràh, quelli di Abramo invece sono andati del tutto perduti. Il Corano ne parla anche nella sura LXXXVII. 16 Abù Hurayra (che Allah sia soddisfatto di lui) riferì che un giorno l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) chiamò attorno a sé la sua famiglia e raccomandò loro di fare il bene in quanto solo quello avrebbe potuto aprir loro le porte del Paradiso poiché la parentela che li legava non aveva alcun valore nel Giorno del Giudizio. Disse inoltre che tutte le azioni degli uomini finiscono di produrre i loro effetti spirituali con la morte di chi le compie, ad eccezione di tre casi: l’opera di colui che ha lasciato un bene che continua a produrre i suoi benefici effetti, l’opera di chi ha arricchito gli uomini con la sua scienza, la devozione di un figlio riconoscente che prega per il genitore defunto e implora su di lui la misericordia divina. 17 «l’altra creazione»: la Resurrezione. 18 Sirio, stella doppia della costellazione del Gran Cane, si trova ad 8,anni luce di distanza dal sole. Di straordinaria luminosità, era adorata da alcuni arabi pagani. 19 «le [città] sovvertite»: Sodoma e le città della Pentapoli sulle rive del Mar Morto, distrutte per l’iniquità dei loro abitanti. 20 Questa una delle interpretazioni proposte da Tabarì, oppure, riferendosi a Muhammad (pace e benedizioni su di lui): «Ecco un ammonitore [successore] degli antichi ammonitori». 21 L’Ora del Giudizio. 22 «può svelarla»: può rivelare il momento in cui verrà. 23 Questo è uno dei versetti alla lettura dei quali nella recitazione liturgica si deve compiere una prosternazione. Vedi in Appendice l’elenco delle prosternazioni nella lettura del Corano.
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