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Gloria a Colui nella Cui mano c’è la sovranità su ogni cosa, Colui al Quale 77-78-79sarete ricondotti. 1 Alcuni commentatori hanno riferito l’ipotesi che le due lettere isolate iniziali che danno il nome a questa sura costituiscano uno dei soprannomi dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) il quale, da parte sua, disse che essa è il «cuore del Corano». I primi versetti furono rivelati per accecare i miscredenti che volevano catturare Muhammàd (pace e benedizioni su di lui), prima dell’Egira. E bene che i musulmani la conoscano a memoria poiché, secondo la tradizione, la sua recitazione comporta un’indulgenza dei peccati commessi e salmodiarla al capezzale di un agonizzante favorisce la liberazione dell’anima dal corpo. 2 «Tu»: o Muhammad. 3 «Rivelazione»: il Sublime Corano. 4 Agli arabi che abitavano la parte settentrionale e centrale della penisola, Allah (gloria a Lui l’Altissimo) non aveva inviato messaggeri. Quelli della parte meridionale avevano avuto Hûd e Salih. 5 Allah (gloria a Lui l’Altissimo) avverte il Suo Messaggero (pace e benedizioni su di lui) che nonostante la Rivelazione del Corano e la sua predicazione, la maggior parte della sua gente non crederà. Il fatto che dopo la conquista della Mecca da parte dei musulmani tutti i suoi abitanti si convertirono allTslàm, la dice lunga sull’ipocrisia degli uomini e sulla realtà attuale del mondo arabo in cui i credenti sono spesso perseguitati, incarcerati e uccisi da regimi dispotici e corrotti che si proclamano musulmani. 6 Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ci illustra la condizione dei miscredenti. Rigidi nel loro errore sono come incatenati ad esso, ed è soltanto questa rigidità che li fa apparire ritti; in realtà non possono guardare verso l’alto e quindi non possono né credere né fare il bene (Tabari xxii, 151). Sono avvolti in modo tale da non potersi rendere conto dei loro trascorsi (ed imparare da essi) e non possono guardare in avanti il loro futuro e prepararsi per esso. 7 Secondo la tradizione islamica si tratta della storia relativa alla rivelazione inviata alla città di Antiochia. Gesù (pace su di lui) mandò tre dei suoi discepoli affinché convertissero gli abitanti della città al monoteismo. Dopo che incontrarono molte difficoltà, Allah (gloria a Lui l’Altissimo) concesse loro il miracolo di resuscitare un bambino morto da una settimana. Di fronte al prodigio la maggior parte della gente si convertì (Tabarì XXII, 157). Nella concisione dello stile coranico, Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ci racconta il martirio di un credente. 8 «sui servi [di Allah]»: nel senso di uomini in generale. 9 «i Suoi frutti e quel che le loro mani non hanno procurato»: un’altra interpretazione condurrebbe a questa traduzione: «Ché possano mangiare i Suoi frutti che le loro mani hanno procurato», i frutti che crescono spontaneamente e quelli che sono il risultato dell’attività agricola dell’uomo. 10 «specie»: in questo caso è questo il significato di «’azwàj» che abitualmente traduciamo con «coppie». 11 Abbiamo reso la traduzione in base all’esegesi classica che attribuisce al termine «mustaqarr» il significato principale di «rifugio, dimora». Ciononostante, tenendo conto che esso può essere interpretato anche nel senso di «limite temporale», o «periodo determinato», i commentatori successivi gli hanno attribuito un significato astronomico che porterebbe a questa interessante traduzione: «E il sole che si muove nella sua orbita». Il sole infatti sta al centro di un sistema orbitante intorno ad esso e, al contempo, si muove con tutto il suo sistema attraverso la galassia compiendo una spirale che la moderna astronomia ha misurato. Abu-Dharr (che Allah sia soddisfatto di lui) trovandosi un giorno con il Profeta (pace e benedizioni su di lui) al momento del tramonto, gli chiese dove andasse il sole. L’Inviato di Allah rispose: «Va a prosternarsi tra le mani del suo Signore, poi Gli chiede il permesso di tornare e quando ciò gli viene concesso ritorna al suo posto abituale». 12 «una palma invecchiata»: la luna calante si riduce fino ad assomigliare alla silhouette di una foglia di palma, curva e rinsecchita. 13 «un vascello»: l’Arca che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) fece costruire a Noè. 14 La frase rimane in sospeso e sottintende: «La loro risposta non sarà che rifiuto e dileggio». 15 Meschino e spietato atteggiamento dei miscredenti per giustificare il loro rifiuto di aiutare i poveri. Dicono: «Se dessimo da mangiare ai poveri contrasteremmo la volontà di Allah che li resi poveri». 16 La promessa dello scoccare dell’Ora del cataclisma finale e del Giudizio. 17 Coloro che saranno stati condannati all’Inferno già subivano il tormento nella tomba ma di fronte all’orrido dell’Inferno rimpiangono la loro precedente condizione. 18 Tutte le membra del corpo, nel Giorno del Giudizio, testimonieranno dei peccati commessi dall’uomo. 19 «sentiero»: secondo alcuni commentatori il versetto allude al ponte gettato sull’Inferno che tutti gli uomini dovranno attraversare nel Giorno del Giudizio. Potranno riuscirvi solo coloro di cui Allah (gloria a Lui l’Altissimo) si sarà compiaciuto. 20 II fisico dell’anziano tende a incurvarsi sotto il peso degli anni e forse sotto quello dei peccati, metaforicamente accumulati sulle sue spalle. 21 «gli abbiamo insegnato»: a Muhammad (pace e benedizioni su di lui). 22 «ogni vivente»: coloro che hanno vivo lo spirito, ricettivo al messaggio divino. 23 A proposito dei verss. 77-78-c’è un hadith molto utile alla loro comprensione: «Un avversario dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) lo interruppe durante un sermone sulla Resurrezione e preso da terra un vecchio osso, lo sbriciolò tra le dita dicendo: “E vero che Allah risusciterà questo?”, “Sì – rispose l’Inviato di Allah – ti farà perire, risuscitare e ti getterà nell’Inferno!”». 24 Secondo alcuni commentatori il versetto allude ad un particolare albero del deserto, il cui legno può essere usato come acciarino. Il versetto sembra voler attirare l’attenzione sul fatto che già nel legno verde si trova l’energia che potrà dar vita alla fiamma. Oggi sappiamo che nessuna materia è inerte e tanto meno lo spirito che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ha posto nell’uomo. Coltivarlo adeguatamente nel rispetto del Corano e della Sunna dell’Inviato (pace e benedizioni su di lui) condurrà alla beatitudine, trascurarlo o contrastarlo alla dannazione perpetua.
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