in un luogo di verità, presso un Re onnipotente. 1 Secondo alcuni commentatori il versetto accenna ad un fatto miracoloso che avvenne alla Mecca prima dell’Egira. Per sostenere il Suo Inviato Allah (gloria a Lui l’Altissimo) fece sì che la luna apparisse spaccata in due parti distinte e lontane tra loro. Il fatto fu constatato anche da molti beduini che vivevano lontani dalla città, ma i miscredenti preferirono credere che si trattasse di una magia. Altri esegeti ritengono che il brano alluda ad uno dei segni annunciatori della fine dei tempi. 2 «l’Araldo» İsrafil (Raffaele). L’Angelo dell’Apocalisse soffierà nel corno per chiamare i morti fuori dalle tombe e per condurli al luogo del Giudizio. 3 «Lo diffidarono [dal predicare]»: interpretazione suggerita dal Tabarì (XXVII, 92), anche: «lo scacciarono», «lo respinsero». 4 Dopo secoli di predicazione Noè (pace su di lui) chiede all’Altissimo un segno risolutivo. 5 Le acque fuoriuscite dalla terra e quelle della pioggia. 6 «tavole e chiodi»: l’Arca nella sua dimensione tecnologica. 7 La vicenda di Noè e dell’Arca divenne un segno ben chiaro del castigo di Allah (gloria a Lui l’Altissimo) e della Sua misericordia per chi Lo teme. 8 Come fu terribile il castigo di Allah, come furono indimenticabili i Suoi moniti. 9 «un solo mortale fra di noi»: è a Şâlih, il profeta inviato ai Thamùd che si rivolge Allah (gloria a Lui l’Altissimo) nei versetti successivi. 10 «la cammella»: vedi XI, e la nota. 11 «per gli stabbi »: dove sta il bestiame.L’espressione rende con grande drammaticità la condizione dei Thamûd dopo il castigo, ridotti come stoppia secca e calpestata dagli animali. 12 «Il popolo di Lot»: gli abitanti di Sodoma. 13 Riferisce il Tabarì che, prima della battaglia di Badr, Abu Jahl uno dei capi dei Quraysh pronunciò questa frase baldanzosa. L’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) rispose recitando più volte il successivo vers. 14 «il Calore che brucia», uno dei tormenti dellTnferno, secondo Tabarì (XXVII, è anche il nome di una porta infernale. 15 Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ribadisce l’ordine del Creato, la sua meravigliosa distribuzione delle risorse, in una parola il suo perfetto equilibrio ecologico. Ogni fenomeno naturale ha la sua spiegazione all’interno di una logica scientifica contingente o epocale. L’equilibrio apparentemente infranto si ristabilisce incessantemente ad un livello diverso. Le uniche modificazioni strutturali capaci di mettere in crisi l’ecosistema sono quelle prodotte dall’avidità, dall’ignoranza, dalla miopia dell’uomo, che si pone conflittualmente con la Legge di Allah cui obbedisce la natura.