Lottate per Allah come Egli ha diritto [che si lotti]. Egli vi ha scelti e non ha posto nulla di gravoso nella religione, quella del vostro padre Abramo che vi ha chiamati «musulmani». Già allora e qui ancora, sì che il Messaggero testimoni nei vostri confronti e voi testimoniate nei confronti delle genti. Assolvete all’orazione e versate la decima e aggrappatevi ad Allah: Egli è il vostro patrono. Qual miglior patrono, qual miglior alleato! 1 L’Ora del Giudizio. 2 «la Fiamma»: uno dei nomi dell’Inferno. 3 La creazione dalla polvere è quella che si riferisce ad Adamo; il versetto prosegue descrivendo le fasi dello sviluppo della vita dell’embrione nel grembro materno, con una precisione che ha potuto trovare riscontro scientifico solo nel XIX secolo con il perfezionamento della microscopia. La goccia («nutfah») formata dall’ovulo fecondato dallo spermatozoo si attacca all’utero come un seme e quindi si evolve per diventare («alaqa») la cui forma non è diversa da quella della sanguisuga, che in arabo è appunto chiamata «alaqa». In questa fase, l’embrione assomiglia a un pezzo di carne o di legno masticati («mudgha»); osservandolo al microscopio, si ha appunto l’impressione di vedere le tracce dei denti che l’hanno masticata. 4 «Gireranno il collo», è il movimento del collo o dell’anca («tabakhtara» in arabo), andatura dinoccolata che, nella sua intrinseca capacità seduttiva, è presa a similitudine delle arti utilizzate per sviare gli uomini dal sentiero di Allah. 5 «l’Incendio»: un altro dei terribili nomi dell’Inferno. 6 II versetto si riferisce in particolare ai deboli e a quelli che subordinano la spiritualità al vantaggio materiale. Il loro cuore, sempre in bilico tra fede e miscredenza, è impropriamente influenzato dalle contingenze della vita terrena: essi non hanno saldezza e sono destinati ad una dolorosa incertezza sulla terra e alla rovina nell’Altra Vita. 7 Brano di difficile comprensione. La traduzione è stata stabilita in base all’interpretazione. I commentatori ritengono che il versetto sia ironicamente rivolto a quei miscredenti che sarebbero disposti a qualsiasi sforzo e sacrificio per bloccare o ritardare il cammino dell’IsIàm. 8 II pronome si riferisce al Corano. 9 «i sabei»: secondo alcuni sono i seguaci di una religione astrolatrica fortemente influenzata dal manicheismo e dallo zoroastrismo (vedi nota successiva). Fu loro permesso il culto nei paesi governati in base alla legge islamica ma giuristi vietarono il matrimonio dei musulmani con donne sabee. Ci risulta che piccole comunità sabee siano presenti tuttora nelle principali città dell’Iraq. Secondo altri commentatori sono popolazioni che credevano nell’unità di Allah senza però aver ricevuto una specifica Scrittura e senza assolvere alcun rito preciso; altri ancora ritengono che si tratti di un nome che designa tutti coloro che cambiano la loro religione. 10 «i magi»: con questo termine il Santo Corano designa i seguaci della religione predicata ai persiani da Zoroastro. Egli indicò la via del monoteismo abramitico e raccomandò alla sua gente un codice di comportamento da seguire fintanto che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) non avrebbe inviato un profeta che egli definì «l’uomo del cammello rosso» e che sarebbe stato latore della Rivelazione definitiva. La prevaricazione umana portò a stravolgere il messaggio di Zoroastro e i persiani divennero adoratori del fuoco, assurto per loro a simbolo della luce divina. Idearono un dualismo contrapponendo un dio del male, Ahriman, ad un dio del bene, Ahuramazda (da cui il termine Mazdei con il quale vengono spesso identificati). 11 La prosternazione è il segno visibile più esplicito della sottomissione ad Allah, in questo senso essa viene metaforicamente utilizzata per indicare il fatto che nessuna delle creature, eccetto gli uomini (e i dèmoni), rifiuta l’obbedienza al suo Signore. 12 «Ecco due avversari»: credenti e miscredenti. 13 A proposito dell’orazione rituale, il pellegrinaggio, vedi Appendici e 14 Un cenno ai riti del pellegrinaggio: il sacrificio di un animale (il più delle volte un montone) facendo precedere la iugulazione dall’invocazione del Nome di Allah; l’elemosina di una parte cospicua della vittima è precetto fortemente raccomandato e sentito. 15 «Ritornino poi alla cura del corpo»: lo stato di sacralizzazione («ihram»), implica il divieto di rasarsi, pettinarsi, usare profumi ed avere rapporti sessuali; tornare a prendersi cura del corpo è segno di desacralizzazione, cosa che avviene quando sono stati assolti tutti gli obblighi rituali. 16 «la Casa antica»: la Santa Ka‘ba. 17 Vedi v, e le relative note. 18 È indubbio che il significato profondo di una parte del rito del pellegrinaggio è del tutto incomprensibile alla maggior parte dei credenti. Perché sette giri intorno alla Ka‘ba? Perché in senso antiorario? ecc. ecc. Nel corso dei secoli tradizionalisti e mistici hanno avanzato molte ipotesi interpretative che in questo contesto sarebbe improprio citare. Il credente esegue il rito per «taqwa», timore reverenziale nei confronti del suo Signore e obbedienza alla Sunna dell’Inviato (pace e benedizioni su di lui) che confermò il rito imposto ad Abramo. 19 «Di esse godrete»: «delle vittime che sacrificherete potrete usufruire del latte, della prole e della lana». Il versetto si ricollega al precedente dando il senso esatto dei riti in questione, che sono quelli del sacrificio. Secondo un’altra ipotesi interpretativa l’espressione si riferirebbe al godimento spirituale derivato dai riti dell’Hajj. 20 «le [vittime sacrificali] imponenti»: «al budna», lett. «grossi e grassi», cioè i cameli- di e i bovini. 21 «quando le apprestate [al sacrificio]»: lett. «mentre sono legate per un piede». Il versetto allude alla particolare tecnica di sacrifìcio dei cammelli. Essi sono ritti, immobilizzati con un legaccio alla zampa anteriore sinistra; per ucciderli si deve vibrare una pugnalata nella parte alta del petto, dicendo «Bismi’Llah! Allahu Akbar!». In Nome di Allah, Allah è il più Grande. 22 Allah non desidera di certo la materialità del sacrificio, ma solo che l’uomo Gli obbedisca e Lo tema. La precisazione contenuta in questo versetto pone il sacrificio islamico su un piano del tutto diverso dalle offerte che i pagani erano soliti fare sugli altari idolatrici. 23 Con questo versetto, rivelato dopo quindici anni di persecuzioni e violenze, i credenti furono autorizzati a rispondere con la forza ai loro oppressori. Fu l’inizio di un’esaltante epopea che li condusse in meno di otto anni alla conquista della Mecca e di tutta l’Arabia. Il versetto contiene inoltre una generale autorizzazione alla legittima difesa che viene meglio precisata nel versetto successivo. È importante rilevare che Allah impegna la Sua volontà nella lotta terrena tra il bene e il male, che questa lotta porterà alla Sua vittoria (vers. e che coloro che vi concorreranno sono gli stessi che assolvono all’orazione e pagano la decima, cioè i musulmani (vers. 41). 24 Dal vers. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) si rivolge al Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) rassicurandolo nonostante il trattamento che gli veniva riservato da parte dei miscredenti del suo tempo e ricordandogli che analogo trattamento avevano dovuto subire gli altri profeti e inviati di Allah. 25 La verità transita per gli organi sensoriali e la mente dell’uomo, ma solo il cuore possiede le chiavi per la sua comprensione. 26 II versetto si ricollega al precedente vers. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) si riserva il diritto di colpire come e quando vuole l’ingiustizia e la miscredenza. 27 «la Fornace», uno dei nomi dell’Inferno. 28 La fallibilità umana riguarda anche gli uomini inviati o ispirati da Allah, ma non riguarda certamente il Corano. Secondo l’esegesi classica (Tabarì xvii, ss.) il versetto si riferisce all’episodio dell’intromissione di Satana nella recitazione del Corano avvenuta al tempo in cui i notabili coreisciti avevano decretato l’ostracismo contro Muhammad (pace e benedizioni su di lui) e gli altri musulmani. L’Inviato di Allah stava recitando il Corano ad alta voce nei pressi della Ka‘ba quando Satana s’insinuò nella mente degli astanti i quali credettero di sentire un riconoscimento all’intercessione delle dee tradizionali dei Quraysh. L’artificio satanico concise con la fine della recitazione liturgica e Muhammad s’inchinò e poi si prosternò, subito imitato dai politeisti. Dopo la conclusione della preghiera il Profeta fu informato dell’avvenuto e ribadì la purezza del culto di Allah l’Unico. 29 «un Giorno nefasto»: quello del Giudizio; alcuni traduttori hanno dato all’aggettivo «‘aqìm» il senso «sterile», in quanto esso non sarà seguito da altri giorni. 30 II soccorso che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) promette ai credenti è qualcosa di reale e ineluttabile come il susseguirsi del giorno e della notte, nei tempi e nei modi da Lui stabiliti. 31 Allah dà vita alla nostra umanità governando il nostro concepimento e donandoci l’anima immortale, che libera poi dal ricettacolo corporeo con la morte fisica e ci riporta alla vita nel Giorno della Resurrezione per giudicarci e darci prova della Sua misericordia. 32 I commentatori hanno ritenuto che il versetto sia un invito alla tolleranza dei riti delle comunità religiose della gente del Libro che vivono in ambiente prevalentemente islamico e un invito loro rivolto a non lasciarsi andare ad inutili dispute a questo proposito.