٧٥

[In quel Giorno] vedrai gli angeli circondare il Trono e rendere gloria e lode al loro Signore. Sarà giudicato tra loro con equità e sarà detto: «La lode appartiene ad Allah, Signore dei mondi». 1 «Li adoriamo solo perché ci avvicinano ad Allah»: questo è il discorso di tutti coloro che, spesso inconsapevolmente, compiono il più grande dei peccati: lo shirk, l’associare qualcuno o qualcosa ad Allah (gloria a Lui l’Altissimo, l’Unico). Culto dei profeti, dei santi, dei ravvicinati (awliyà’) sono forme di associazionismo molto diffuse tra la gente della Scrittura (ebrei, cristiani) e purtroppo anche tra molti che si proclamano musulmani, con diverse forme e con diverso grado di gravità. Nelle forme più popolari della deviazione dalla purezza del culto, il wàli (il vicino) è visto come una sorta di patrono e intercessore degli uomini nei confronti dell’Altissimo (gloria a Lui) la sua tomba è meta di pie visite e nella «zàwiya» che gli è dedicata vengono recitate speciali giaculatorie a lui rivolte. Tutto ciò, pur se fatto in buona fede, rappresenta una grave deviazione dall’ortodossia islamica, tracciata con chiarezza dal Sublime Corano e dalla Sunna dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui), una maniera di banalizzare lo sforzo di purificazione per avvicinarsi al Signore del Creato (gloria a Lui l’Altissimo), un indebito strumento di potere nelle mani di molti improbabili shuyukh (maestri depositari di una particolare influenza spirituale) per approfittare dell’altrui ignoranza e ingenuità. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ammetterà l’intercessione dei Profeti, dei martiri e degli uomini di scienza solo nel Giorno del Giudizio. Oggi la venerazione per gli uomini pii, limitata allo studio della loro vita con un fine di imitazione è legittima e raccomandata, la pratica comunitaria di opere supererogatorie anche sotto la guida di un maestro è accettata. Le altre forme di devozione costituiscono una «bid‘à» (innovazione eterodossa) rovinosa per chi le pratica e pericolosa per la salute spirituale di tutta la comunità islamica. 2 «Arrotola»: abbiamo tradotto letteralmente in quanto ci è sembrato che questo verbo suggerisca una concezione del tempo originale e suggestiva. Le notti e i giorni si sedimentano incessantemente le une sugli altri ed è come se formassero l’immane rotolo del tempo, formato dal passato, su cui si sta avvolgendo il presente e su cui si avvolgerà il futuro, finché Allah (gloria a Lui l’Altissimo) concederà tempo a questo mondo. 3 «otto coppie»: «otto tipi, specie», ovini, caprini, bovini e camelidi. 4 «creazione dopo creazione»; due possibili significati, a. «per stadi successivi» alludendo alla formazione e allo sviluppo del feto; b. ogni uomo è una creazione unica e originale. A proposito della straordinaria scienza embriologica contenuta nel Corano vedi tra l’altro XXII, e la nota. 5 «in tre tenebre»: la placenta, l’utero, il ventre materno. 6 «Di’»: o Muhammad. In questo versetto come in coloro che lo seguono l’invito a dire è rivolto all’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). 7 «Chi passa in devozione…»: frase sospesa, la cui conclusione potrebbe essere «è forse uguale a colui che è miscredente (o distratto)?». 8 «Vasta è la terra di Allah»: come già in altri brani, questa espressione viene intesa come invito all’emigrazione rivolto ai musulmani che alla Mecca subivano le persecuzioni dei politeisti. 9 I dèmoni, gli idoli, tutto ciò che, diverso da Allah, l’uomo adora. 10 Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ci fa intuire che nel Paradiso ci sarà una gerarchia della beatitudine, e ogni uomo sarà collocato nella posizione che avrà meritato. 11 «colui cui Allah apre il cuore…[é uguale a colui che rimane nelle tenebre della miscredenza] »: la frase é sospesa come nel precedente vers. 12 «un Libro coerente e reiterante»: abbiamo reso con questi due aggettivi un’espressione che pone grandi difficoltà di traduzione sperando che Allah ci abbia voluto ispirare nel nostro umile sforzo di rendere chiara, con le nostre indegne espressioni, la Sua sublime concezione del Suo Libro. 13 «rabbrividisce la pelle… e poi si distende la pelle insieme coi cuori al Ricordo di Allah»: la lettura del Corano provoca emozioni di grandissima intensità in coloro che Gli si avvicinano con umiltà e timor di Allah. La pelle d’oca e le lacrime che sgorgano dagli occhi dei credenti sono le manifestazioni esteriori di quell’emozione. 14 Un’altra frase che rimane in sospeso la cui conclusione potrebbe essere: «sarà come colui che avrà agito in modo da non vederlo?» e che potrebbe essere spiegata con l’aiuto di un hadith dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) che si ricollega al versetto precedente. Disse il Profeta: «Due occhi non saranno toccati dal Fuoco, quello che ha pianto per il timore di Allah e quello che ha vegliato vigile sul sentiero di Allah». 15 La parabola riguarda evidentemente la condizione del politeista che deve fare i conti con un olimpo di divinità in contrasto tra loro e chi crede nel Dio Unico e Gli obbedisce. La conclusione è talmente evidente che non è necessaria la risposta alla domanda che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) pone nel Corano. 16 «… dovrai morire [o Muhammad] ed essi [i miscredenti] dovranno morire.» 17 L’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) che ha reso il messaggio coranico e i credenti che l’hanno riconosciuto come proveniente dall’Altissimo (gloria a Lui) e hanno obbedito ai Suoi precetti. 18 Allah (gloria a Lui l’Altissimo) rassicura il Suo Inviato (pace e benedizioni su di lui) in merito alle minacce dei politeisti meccani. «Se non li rispetterai – avevano detto i Quraysh al Profeta – i nostri dèi ti faranno certamente del male.» 19 «Su di te»: o Muhammad. 20 Secondo la teologia islamica, Allah (gloria a Lui l’Altissimo) riceve presso di Sé le anime dei trapassati e quelle dei dormienti. Questo fa sì che le anime si incontrino in altissimo luogo, come risulta da un’invocazione che l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) insegnò ai suoi compagni. Egli disse: «Chi di voi va a coricarsi lo faccia in stato di purezza rituale, si sdrai sul fianco destro… e dica: “Signor mio, muoio e vivo in Tuo Nome, se trattieni la mia anima abbi pietà di essa, se la lasci andare fa’ sì che sia protetta come lo sono i tuoi servi devoti”». Per questa vicinanza ad Allah, l’attività onirica della mente presenta caratteristiche simili alla profezia. Il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) si faceva raccontare i sogni dei suoi compagni e li interpretava. 21 «Questo proviene dalla mia scienza»: la presunzione dell’uomo in una delle sue più tipiche manifestazioni. Vedi XXVIII, lo stesso discorso tenuto da Qàrùn. 22 Grande è la misericordia del Signore, e per quanto grande sia la colpa del servo, essa può cancellarla. Una delle astuzie di Satana consiste nel convincere l’uomo che troppo grandi sono i suoi peccati, troppo profonda la sua abiezione, per sperare nel perdono di Allah. Ebbene Allah (gloria a Lui l’Altissimo) perdona tutti i peccati a coloro che credono in Lui, l’Unico, l’Onnipotente. 23 «inventavano menzogne contro Allah»: Gli attribuivano progenie o associati. 24 «il Registro»: il libro dove vengono annotate le azioni degli uomini. 25 «ci ha fatto eredi della terra»: la maggior parte dei commentatori (ad esempio Tabarì XXIV, afferma che in questo caso il termine «’ard» designa il Paradiso stesso, come del resto emerge dal prosieguo del versetto. Alcuni di loro, però, ammettono che potrebbe anche trattarsi della profezia del trionfo dellTslàm in tutto il mondo prima che giunga il Giorno del Giudizio. Vedi anche vii, e XXI, (e relativa nota).
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